Grotta Bossseaa

Il sistema carsico si trova interamente nell'arco dei litotipi appartenenti alla serie Briançonnaise-Ligurian, la cui composizione mostra un susseguirsi di sedimenti vulcanoclastici, essenzialmente formati da Porfiroidi del Melogno (Carbonifero - Permiano Medio), che possono essere localizzati in un periodo che va all'incirca tra 275 e 329 milioni di anni, nonché una sequenza calcareo-dolomitica, comprendente dolomiti risalenti al Triassico medio, circa 237 milioni di anni fa, e le pietre calcaree di Bossea, risalenti al Giurassico e che può essere collocato in un periodo che risale a circa 172 milioni di anni.

Lo scavo delle reti carsiche potrebbe essere iniziato già -5 milioni di anni fa con da un lato il sollevamento dei massicci alpini (i calcari trasportati in quota vengono erosi) e dall'altro l'inizio del raffreddamento climatico. Acqua fredda e ghiaccio hanno un'azione molto corrosiva. Più ricchi di acido carbonico rispetto alle acque più calde, dissolvono attivamente il calcare. Durante il Quaternario, mentre prosegue il sollevamento, il carsismo viene scavato intensamente, i fiumi sotterranei che scorrono nelle reti sotterranee danno origine a vaste cavità come l'immensa grotta di Bossea.

Concetto scientifico

Frequentata molto presto dai turisti, rapidamente attrezzata con sentieri, illuminazione e attrezzature, e soprattutto dinamica e in pieno sviluppo, la Grotta di Bossea divenne inevitabilmente un luogo di ricerca scientifica. I primi studi risalgono addirittura alla seconda metà dell'Ottocento. Dopo un rilancio alla fine della seconda guerra mondiale, la ricerca ha preso una svolta decisiva nel 1969 quando è stato fondato il Laboratorio di carsismo sotterraneo, oggi dipendente dal Club Alpino Italiano e "centro internazionale di eccellenza" nel campo degli studi. molto vasto: dall'idrogeologia alla climatologia sotterranea, dalla speleobiologia alla radioattività naturale. Dal 17 dicembre 2019, su iniziativa del Politecnico di Torino e in sinergia con il Laboratorio di Karstology, è attivo nella grotta un laboratorio mobile denominato Paléolab, il cui obiettivo è quello di studiare i climi passati. Grazie a questo ultimo e recente sviluppo, Bossea è senza dubbio diventata una delle grotte più osservate ed esaminate al mondo.

Collegamenti ad altri 22 siti

La Grotta Bossea costituisce l'area terminale di un grande acquifero carsico che si sviluppa lungo la linea dello spartiacque Corsaglia - Maudagna. La zona bassa, lunga circa un chilometro in linea d'aria e con un dislivello in discesa di 128 metri, coincide con la parte turistica, caratterizzata da un susseguirsi di immensi spazi letteralmente scolpiti da frane ed interamente attraversati, caso unico tra le grandi grotte italiane, presso un torrente perenne, le cui portate oscillano tra un minimo di quasi 100 litri al secondo e un massimo che può superare i 4200 litri.

Notizie di collegamento del paesaggio

La ricchezza idrica, pari ad almeno 6 milioni di metri cubi drenati ogni anno per un totale di 750/800 tonnellate di roccia spazzata via, sia dall'erosione che dallo scioglimento, è evidenziata da questi dati che danno un'idea dell'evoluzione permanente e tumultuosa di una cavità caratterizzata da spazi immensi e maestosi, da vedute a tratti vertiginose e precipitose e da imponenti concrezioni. L'aspetto, l'atmosfera, i suoni esprimono una realtà che contrasta con l'idea normalmente condivisa e coltivata che abbiamo quando pensiamo ad una grotta, ed è proprio questo che stupisce, affascina e commuove fortemente il visitatore.

Aneddoto

La prima grotta aperta al pubblico in Italia, fu inaugurata, per così dire, nell'ambito di una solenne cerimonia il 2 agosto 1874, quando la porta scorrevole si aprì finalmente ai visitatori esattamente a mezzogiorno. Culla del turismo speleologico all'interno del Bel Paese, questa grotta era considerata all'avanguardia perché l'unico sito, oltre a quello degli scavi di Pompei, aveva all'epoca un meccanismo di passaggio automatizzato, una sorta di tornello prima della lettera che ha così permesso il calcolo preciso degli ingressi a fine giornata. Personaggi del calibro di Giovanni Garelli, Senatore di Mondovì, e Quintino Sella furono artigiani dell'apertura al pubblico, e quindi pionieri e precursori del turismo speleologico italiano, senza dimenticare Francesco Cirio, fondatore dell'omonima industria conserviera, i duchi di Aosta e i principi Demidoff, originari di San Pietroburgo, che intervennero dalla loro residenza fiorentina, tanto che si parlò di "unione" tra l'Arno e il fiume Corsaglia.